appunti di lettura

Categoria: aTeheranconNafisi

Leggere Lolita a Teheran – Gatsby baluardo dei sogni disattesi

la verità è uno specchio caduto dalle mani di Dio e andato in frantumi: ogni pezzo restituisce, a chi lo tiene, una parte della verità

mistico iraniano- Rumì

Con Nafisi ci siamo trovati a respirare l’aria secca e calda di Teheran, ci siamo messe a forza un velo, per nascondere i pensieri e abbiamo urlato di rabbia e pianto d’impotenza.

Ma facciamo un passo indietro e guardiamoci intorno…

Teheran è la Capitale dell’Iran, un Paese grande cinque volte e mezza l’Italia. Al centro di tante vie carovaniere: la via della seta, la via delle spezie, la via delle pietre preziose. Vie solcate da mercanti, intellettuali, artisti, uomini di fede.

Tremila anni di storia hanno raffinato l’anima del popolo.

L’Iran è un Paese complesso, profondamente orientale, un Paese senza tempo il cui nome richiama giardini rigogliosi e solitudini desertiche, ma al tempo stesso molto più Occidentale degli Stati a lui vicini.

Ai tempi dello Scià Reza Phlavi, “monarca illuminato“, come aveva l’abitudine di presentarsi, le donne ottennero il diritto di voto, la possibilità di camminare per la strada senza velo, il diritto al divorzio…ma ogni totalitarismo ha un rovescio della medaglia…

E l’Iran nel 1979 cede il posto ad un altro tipo di totalitarismo, quello che si veste di ideologia religiosa e porta in dono un Dogma, dietro al quale trovare rifugio.

Tra le pieghe di questa Rivoluzione, troviamo loro, le Donne dell’Iran, sguardi sfuggenti nella polvere del deserto, anime forti che pretendono la luce.

Per la legge della Repubblica islamica dell’Iran, valgono la metà di un uomo.

Farian Sabahi, editorialista per il Corriere della sera, racconta l’Islam tra le pagine culturali del Sole24Ore e scrive un racconto, “Noi donne di Teheran”, molto femminile, per un Paese troppo maschile.

Farian ci parla del coraggio, dell’orgoglio, delle conquiste delle donne di Teheran e con naturale immediatezza ed ironia, ci svela il significato di ogni loro gesto.

Donne abituate a studiare (già nel 1937 erano ammesse all’università), a protestare e lottare per la loro dignità e libertà.

I problemi di tutti i giorni vanno aggirati; i bambini maschi non si possono portare in piscina, il velo deve essere indossato, lo sci si pratica solo se accompagnate da un famigliare, la mano non può stringere quella di un uomo se non è il marito, ma non importa…la pazienza darà i suoi frutti.

A questo si sono dovute abituare le figlie, le mamme, le nonne che con lo Scià potevano uscire senza velo e mettere i pantaloncini e le minigonne!

https://www.vanillamagazine.it/15-fotografie-mostrano-la-moda-delle-donne-iraniane-prima-della-rivoluzione-del-79/

Lo spirito combattivo e tenace soffia prepotente tra i veli delle iraniane. Robabeh Marashi è una delle prime insegnanti, nel 1891 insegna alle bambine, nella sua abitazione…. vi ricorda qualcuno?

Nafisi ed un futuro che si allontana

Questo è il mondo in cui si muove Nafisi, questa la città dove ha protestato assieme a migliaia di giovani universitari, per queste strade camminano le ragazze del corso ribelle di Azar, qui ed ora ci troviamo noi lettrici coinvolte ed appassionate, del gruppo #ateheranconnafisi


In questo secondo Capitolo di Leggere Lolita a Teheran, l’Autrice ci catapulta, facendoci trattenere il respiro, negli anni Settanta, quando tutto il mondo da lei conosciuto, decise di sgretolarsi fra le dita.

Ci aspettavamo il salotto delle libertà e dei colori, invece ci troviamo in quegli anni ..in cui ci sentivamo tutti rivoluzionari – studenti iraniani, come quelli americani ed europei.

Negli Stati Uniti i nostri «Morte a questo» o «Morte a quello» erano simbolici, quasi astratti, e li ripetevamo con tanta più virulenza quanto più sapevamo che tali sarebbero rimasti. Nella Teheran del 1979, invece, quegli stessi slogan si trasformavano in realtà con macabra, spietata precisione.

azar nafisi

La Rivoluzione Islamica ha cominciato a demolire le fondamenta di un popolo antico e sapiente, ma assolutamente impreparato alla cecità di un Regime totalitario religioso.

Accenni di una Storia mai conclusa da un Articolo di Internazionale del 13 Febbraio 2019

Nei mesi successivi alla rivoluzione, Khomeini e i suoi sostenitori più agguerriti, soprannominati “barbuti”, presero decisioni che spinsero il paese su una strada terribile. Oggi l’Iran è meno religioso di quanto i mullah vorrebbero, meno prospero di quanto dovrebbe e meno collegato al mondo della maggior parte dei paesi.

La popolazione ha perso da tempo il suo zelo rivoluzionario. Si calcola che più di 150mila iraniani istruiti lascino il paese ogni anno, una delle fughe di cervelli più consistente di tutto il mondo. I giovani iraniani frequentano le moschee meno assiduamente di quanto facessero i loro genitori. “Le persone ridono delle assurdità che gli dicono i mullah”, spiega Darioush Bayandor, un ex diplomatico iraniano.

Eppure il regime si comporta come se la rivoluzione ci fosse stata ieri. L’apparato giudiziario ha di recente proibito le passeggiate in pubblico con i propri cani (l’islam considera i cani impuri). Questo mese Khamenei si è scagliato contro le donne che non indossano il loro hijab. “Questo sintetizza l’essenza del governo islamico in Iran: dei religiosi settantenni dogmatici che impongono la loro visione obsoleta delle cose a una società giovane e diversificata”, scrive Karim Sadjadpour.https://www.internazionale.it/notizie/2019/02/13/iran-quarant-anni-rivoluzione

Unica arma di difesa è la Saggezza, derivata dall’Arte in tutte le sue forme. La Letteratura della Professoressa Nafisi è tagliente come una spada e lei combatterà fino all’ultima pagina.

Solo attraverso la Letteratura ci si può mettere nei panni di qualcun altro, comprenderlo negli aspetti più reconditi e contraddittorii del suo carattere ed evitare così di emettere condanne troppo severe.Al di fuori della sfera letteraria, di ogni persona si riesce a cogliere soltanto la superficie. Ma se si arriva a capire davvero qualcuno, a conoscerlo, non è facile mandarlo al patibolo…Se avessimo imparato questa lezione, oggi le cose da noi andrebbero molto meglio

leggere Lolita a teheran

Contro la Censura strisciante e minacciosa, che chiude le librerie ed incendia le sale cinematografiche, Nafisi, donna istruita e occidentalizzata, difende la libertà di pensiero mettendo il libro di F.S.Fitzgerald “Il Grande Gatsby”, sul banco degli imputati.

L’Accusa

Gatsby incarna il materialismo estremo, mette a nudo l’immoralità e la decadenza della società americana! Sfasciafamiglie! Peccatore menzognero e traditore. Al Bando!

La Difesa

…La libertà di stile dell’autore è quasi garanzia della sua purezza morale. … Può dirsi morale tuttavia, quando ci scuote dal nostro torpore e ci costringe ad affrontare i valori assoluti in cui diciamo di credere…Gatsby ha colpito nel segno.

Questo, libro condanna le classi più abbienti, come uno qualsiasi dei libri rivoluzionari. Il Sogno che incarnano è un sogno svilito, che distrugge chiunque tenti di avvicinarsi.

L’Imputato

Il Grande Gatsby è uno splendido romanzo che ci insegna ad inseguire i nostri sogni, ma anche a diffidarne, è Democratico, nel senso che riesce a dare voce a tutti i personaggi ed a mostrarci la complessità degli individui. È un Sognatore tragico che crede in un’llusione romantica.

Le nostre impressioni….tra rabbia ed impotenza

Io ripenso a me stessa all’università e alla gioia infinita che ho provato nello studiare. Questa gioia Fede la trasmette con parole piene d’emozione.

Non riesco davvero a capacitarmi di come si possono arrivare a censurare i romanzi perché considerati scandalosi se parlano di una realtà diversa dalla propria. Come se il semplice fatto di non leggere, non dire, non conoscere certe cose salvi l’anima e se invece si conoscono si è dannati a vita.

Interessante e riflessivo il punto di vista di Vittoria.

Il tema dei desideri torna, più forte in questo capitolo. Era già stato accennato nel capitolo su Lolita, avevo già avuto l’impressione che molto di questo libro ruotasse intorno a questo desiderio di rivoluzione andato in frantumi, l’idea di dover essere cauti con quel che si desidera perché coinvolge necessariamente anche gli altri e i loro desideri; nel primo capitolo si chiedeva se sarebbe riuscita a distinguere quel che voleva da ciò che è giusto e la risposta forse è negativa: quel desiderio di rivoluzione per cui era scesa in piazza non era più giusto del desiderio di Gatsby di riportare a sé Daisy, riportare indietro il tempo per ricominciare daccapo perché coinvolgeva inevitabilmente altre persone e i loro desideri.

Quel che più mi turba è come tutte le religioni siano usate come strumento che dà diritto a far tutto ciò che si vuole. Se è in nome di Dio allora è sicuramente giusto. Purtroppo lo sconcerto di Alessia si può constatare aprendo i giornali…

… Sono continue stilettate al cuore. Lei amava Teheran, non vedeva l’ora di tornarci, invece il suo sogno (di rivivere il passato) si sgretola come quello di Gatsby. Ma al tempo stesso l’amore profondo per la Letteratura ci porta oltre tutto questo schifo e ci dona poesia, e ancora una volta, ritrasmette l’amore. Adoro Azar. Valentina

L’idea di combattere per un ideale e realizzare tardi che quel ideale si è trasformato in un incubo  mi ha fatto riflettere parecchio anche alla luce di tanti fatti odierni. Mi sconvolge il pensiero che le migliori intenzioni possano poi trasformarsi così.  “Che dobbiamo farne di tutti i cadaveri di cui siamo responsabili? ” Straziante la  considerazione finale di Azir. La chiosa finale di Monica, commovente e significativa.

Difficile, sconvolgente e travolgente… quello che abbiamo letto non è solo un Capitolo su un libro stampato, non sono voli pindarici su fogli di carta, ma è un Cammino che noi Lettrici, assieme a Nafisi, stiamo affrontando; per capovolgere le nostre certezze ed imparare dai Sogni disattesi.

Il viaggio continua con Nafisi, Henry James ed il gruppo #ateheranconnafisi

Il Grande Gatsby tra illusione e realtà

«ogni volta che ti senti di criticare qualcuno»mi disse,«ricorda solo che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu»

il grande gatsby- Francis scott fitzgeral

Non giudicatemi, non fermatevi a guardare le luci sfavillanti delle mie feste, ascoltate la musica che suona sotto le note del Sax, ubriacatevi di risate ed illusioni, ma poi tornate sobri e osservate con me la luce verde, mia unica ragione di vita…..

La storia di Jay Gatsby, personaggio dal fascino malinconico, incarnazione del Sogno americano è stata al centro della lettura condivisa, questa settimana, con le lettrici di #ateheranconnafisi.

F.S.Fitzgerald – (1896-1940) – proviene da una famiglia poco agiata, padre povero gentiluomo del sud, madre irlandese e cattolica. Il seme di rivalsa sociale ed economica trova qui le sue basi e le sue ragioni emotive.

P Il Grande Gatsby è la sua opera matura, capace di rappresentare emozioni e motivazioni delle classi più agiate degli anni Venti e di portare alla luce l’implicita distruttività.

Correlazioni

Il nostro F.S.Fitzgerald si arruola nell’esercito, come Gatsby, e sposa la sua “ragazza dorata“, Zelda, solo nel momento in cui raggiunge fama e ricchezza.

Zelda è la musa ispiratrice, prototipo di tutte le ragazze che vivevano nel palazzo bianco, che profumavano di orchidee e champagne, le cui voci tintinnavano di monete, figlie del re…come Daisy, evanescente oggetto dei desideri più romantici di Gatsby.

Daisy è la ragione per cui Gatsby, divenuto ricco grazie al contrabbando, ha deciso di vivere nel West Egg, lingua di terra a pochi chilometri dalla sfavillante New York, esattamente di fronte a East Egg, dove una piccola luce verde illumina il molo, approdo di quella compassata nobiltà di campagna, tanto snob, quanto vile.

La grande capacità di F.S.Fitzgerald è l’impronta evocativa che riveste ogni particolare della narrazione, ogni oggetto si veste di un significato simbolico…. e quella piccola luce, verde come i soldi e i sogni sbagliati, come dice Vittoria, è Poesia in un mondo di corrotti.


Gatsby credeva nella luce verde, l’orgasmico futuro che anno dopo anno recede davanti a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa: domani correremo più veloce, allungheremo di più le nostre braccia… E un bel mattino…

il grande gatsby- Francis S. Fitzgerald

Impressioni…

Valentina: “Io ho amato la metafora sulla luce verde del sogno americano ? mi ha rivelato quello che era il vero messaggio del libro e mi ha sconvolta e al tempo stesso conquistata. Lo trovo romantico anche se parla di disillusione”

Il sogno si è rivelato vuoto, chiuso in un passato che non ha saputo confrontarsi con la realtà , per Monica, il sogno americano, incarnato dalla luce verde, si è sgretolato e ridotto in polvere….

Per Alessia la speranza non ci deve mai abbandonare, ma Gatsby si è reso conto che il colossale significato di quella luce verde era svanito per sempre

Daisy vive nel suo castello dorato insieme al marito Tom, che Fede , come la maggioranza del GdL, detesta; adultero, vile ed arrogante rappresenta la bassezza di quegli anni, dove tutto era un passo al di là della ragione e la vita aveva lo scintillio di un’illusoria festa eterna.

” Erano persone sconsiderate, Tom e Daisy: fracassavano cose ed esseri umani e poi si ritraevano nel loro denaro o nella vastità della loro sconsideratezza, o qualunque cosa fosse a tenerli insieme, e lasciavano che fossero altria ripulire il sudiciume che avevano fatto…

Rita, il nostro segugio letterario: “ciò che mi ha colpito di più è la pochezza di valori che ne risulta. Mi sembra che ciò che abbia sempre contato siano i soldi e il potere”. La disillusione è palpabile...Gatsby è fermo nel passato, Jordan delude e Nick scrolla le spalle.

Gilda: “non ho odiato i personaggi, anzi li ho compresi. Non ho odiato il razzismo e il maschilismo di Tom. Non ho odiato la solitudine di Gatsby. Non ho odiato la vigliaccheria di Daisy. Nessuno è meglio dell’altro, perché sono tutti frutto di una società avara di sentimenti e di valori e materialista”.

Quando il romanticismo prevale…..

Io ho amato Gatsby, la sua illusione, la sua solitudine assordante e il suo atto estremo di generosità, espiazione per un sogno mal riposto….

Come James e Conrad, Francis S. Fitzgerald affida la narrazione ad uno spettatore, Nick, che evoca il magico e drammatico percorso del mito americano. Testimone empatico, ci racconta l’umanità e la visione romantica di Gatsby che :

deve aver avuto la sensazione di aver perduto il calore del mondo di una volta, di aver pagato un prezzo alto per aver vissuto tanto a lungo con un unico sogno.

il grande gatsby

Con l’illusione di avervi trasmesso uno sprazzo d’incanto e di aver colorato in modo soddisfacente le voci delle mie amiche lettrici, vi aspetto la prossima settimana, con tutte le riflessioni e le illuminazioni che ci darà Azar Nafisi, nel capitolo dedicato proprio a Gatsby.

Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi

Nell’autunno del 1995, dopo aver dato le dimissioni dal mio ultimo incarico accademico, decisi di farmi un regalo e realizzare un sogno. Chiesi alle sette migliori studentesse che avevo di venire a casa mia il giovedì mattina per parlare di letteratura.

Azar Nafisi

Entriamo in punta di piedi nel salottino di Azar e sediamoci anche noi sul divano, dove prendono posto le nostre amiche lettrici, vestiamoci di colori e libertà, per assaporare le Pagine che verranno…

Il caso vuole, che per la nostra prima discussione, il gruppo #ateheranconnafisi sia composto proprio di 8 Lettrici!

Vittoria , Valentina,Alessia,Fede,Monica,Rita,Gilda ed Io

Come incantate rimaniamo a guardare queste ragazze, che giorno dopo giorno cominciano a prendere confidenza con la propria identità e ad assaporare timidamente quella piccola oasi di felicità.

La prima immagine che abbiamo di loro e che rimane impressa a tutto il gruppo, è vedere che sotto il Chador hanno un mondo di colori!

La Repubblica islamica ha involgarito i miei gusti in fatto di colori… Ho solo voglia di colori sfacciati, come il fucsia ed il rosso pomodoro. Sono troppo affamata di colori per vederli come un’espressione poetica, da scegliere con cura” queste sono le parole di Manna, la poetessa.

Questo tratto cosi saliente delle donne iraniane, ha fatto riflettere ognuna di noi, in particolar modo ci siamo stupite di aver notato che molte donne islamiche che incontriamo per le nostre strade, vestono con tinte particolarmente forti, per i nostri gusti occidentali, molto più annacquati!

Leggere insieme significa anche condividere le nostre esperienze ed arricchirci cercando di comprendere gli altri.

Assieme a Nafisi e le sue allieve leggeremo i testi che verranno presi in esame durante le sue lezioni.

Il nostro Programma segue queste tappe:

  • il 6 Maggio nella nostra prima riunione virtuale abbiamo letto e discusso il 1° capitolo di “Leggere Lolita a Teheran”. Tutte noi avevamo letto di recente “Lolita” di Vladimir Nabokov e le nostre opinioni sul testo si sono ampiamente arricchite grazie alla lezione di Nafisi.
  • il prossimo 13 Maggio leggeremo parte del Grande Gatsby di Fitzgerald condividendo le varie impressioni.
  • il 20 Maggio finiremo la lettura del Grande Gatsby e tireremo le somme di questo testo.
  • il 27 Maggio leggeremo e discuteremo poi il 2° Capitolo -Gatsby- di “Leggere Lolita a Teheran”
  • il 3 Giugno inizieremo a leggere ” Daisy Miller ” di Henry James
  • il 10 Giugno finiremo e discuteremo ” Daisy Miller ” di James
  • il 17 Giugno ci aspetta il 3°Capitolo – James – di “Leggere Lolita a Teheran” con le varie considerazioni di Nafisi.
  • il 24 Giugno finiremo il libro di Nafisi con la lettura dell’ultimo Capitolo – Austen – e so già che ci lascerà con un grande vuoto…che colmeremo con nuove proposte di lettura..;)

Il tema del Seminario di Azar era il rapporto tra realtà e finzione letteraria.

Inizia la Lezione… e ci troviamo a Nabokovlandia.

Le opere che Azar prende in considerazione hanno una caratteristica in comune: sono tutte storie di oppressi, perseguitati, vittime di Persecutori in grado di annientare la loro identità.

Cincinnatus C. è un condannato a morte, colpevole di «turpitudine gnostica», in Invito a una decapitazione .

Nabokov ci rende spettatori di una tortura annichilente e continuativa, che costringe il Protagonista a ricreare un mondo parallelo, fatto di parole magiche, che aiutano il nostro eroe involontario, a non conformarsi con le regole del Regime totalitario.

Ma la vera eroina che incarna la denuncia dell’essenza stessa di ogni totalitarismo è Lolita.

La potenza verbale, la forza narrativa, la scintillante alterigia di Humbert Humbert, è un inno alla rivolta, all’affermazione della vita contro la sua stessa precarietà!

La perfezione e la bellezza del linguaggio si ribella alla mediocrità e alla squallore di ciò che descrivono.

Azar Nafisi

Torniamo per un istante nel salottino letterario di casa Nafisi, dove sette ragazze iraniane leggono Lolita, libro proibito dal Regime.

La Rivoluzione islamica del 1979 ha sconvolto gli assetti monarchici, dall’impronta occidentale, che aveva il Paese, per instaurare un Regime, poco incline alle concessioni, ispirato dalla legge coranica.

In questa atmosfera repressiva, dominata dal silenzio della paura, dove le donne, obbligate ad indossare il Chador e a camminare per le strade a testa bassa, dove la musica, i film, i libri passano sotto il vaglio di un cieco censore; le nostre studentesse seguono le vicende di Lolita e Cincinnatus, trasposizioni letterari delle loro angosce.

La letteratura diventa per loro una necessità, unica via per assaporare quella felicità a loro negata. Quella felicità che altro non è che Disperazione capovolta,
come la definisce Pietro Citati.

La letteratura trova la sua gioia chissa dove, in zone cosi profonde e segrete, che la realtà non riesce a penetrare.

Pietro Citati in la felicità di nabokov

La lezione su Nabokov di Nafisi è commovente e coinvolgente, inframmezzata dai ricordi spezzati delle ragazze, dalla stima strabordante che Azar ha nei confronti di Nabokov, dal parallelismo naturale che viene a galla, nei silenzi e nei gesti, tra vittime vere e vittime di fantasia.

Il nostro gruppo si è ritrovato coeso nello strazio che le parole di queste ragazze hanno suscitato in noi, increduliti di fronte a tali comportamenti oppressivi, in grado di annullare l’individualità in nome di una cieca ideologia.

Valentina che ha finito il capitolo su Lolita in una sorta di gioiosa malinconia: «Personalmente, mentre leggevo, mi sembrava di leggere un distopico in stile 1984, ma al tempo stesso la consapevolezza che quanto descritto fosse reale, mi ha fatto esclamare ad alta voce quanto tutto questo fosse assurdo ed ingiusto».

La discussione del gruppo ha toccato vari temi portati alla luce da Nafisi, che ci affascinato e coinvolto. Professoressa illuminata ed appassionata, ci ha fatto apprezzare ancora di piu la lettura dei testi di Nabokov e ci ha portato a riflettere sull’equilibrio precario tra realtà e fantasia.

“Azar riesce a dar voce ad alcuni miei pensieri, che non riuscivo a formulare” dice Monica, ” Il lavoro critico che fa è interessantissimo… vorrei una Professoressa cosi!”

” Vivere in un regime totalitarista non deve essere semplice. Le continue contraddizioni di una repressione culturale devono essere talmente ingiuste da creare proprio quegli incubi che ha Azar” afferma Rita

La risposta ad Azar Nafisi, sullo stretto rapporto tra Quotidiano ed Immaginazione, la sintetizza la risposta di Vitto!” …nell’arte non cerchiamo la verità, ma epifanie della verità, ovvero quelle finzioni letterarie che mettono in moto qualcosa in noi che ci sembra famigliare”.

Fede ci ricorda con passione da lettrice ” …ogni lettore quando legge legge se stesso, questo è uno degli aspetti meravigliosi dei libri, riescono ad adattarsi a tutti, indipendentemente dalla razza, dall’età o dal paese di provenienza…”

Infine tutte concordi con Gilda: ” …il livello di coinvolgimento provato in questa parte di Nafisi non lo provavo da un po’”

Sperando di aver dato il giusto Colore alle voci di tutte le Lettrici coinvolte, aspetto con gioia il prossimo appuntamento!

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